Nelle nostre città sono presenti ormai molti ristoranti e moltissime pizzerie, per cui se il nostro sogno è aprire una attività nel campo della distribuzione alimentare, bisogna inventarsi qualcosa di nuovo. Una friggitoria ad esempio può risultare un buon compromesso tra i costi necessari per avviare l’attività e l’impegno lavorativo. Trattandosi comunque di un locale per la distribuzione di alimenti ottenere tutti i recquisti necessari può non essere un’impresa semplice.
Per prima cosa è fondamentale essere in possesso di un attestato REC (ora SAB) e HACCP. Se non siamo ancora possessori di questi attestati, per ottenerli sarà necessario seguire dei corsi e superare un esame finale. In sostituzione dei suddetti attestati, è richiesta un’esperienza certificata di lavoro nel campo alimentare per almeno due anni, negli ultimi cinque prima dell’apertura dell’attività.
Una volta ottenuti i titoli necessari, dobbiamo metterci alla ricerca del locale più idoneo alla nostra attività. Tale locale deve possibilmente essere dotato di quattro vani adibiti a:
-sala per l’esposizione e la vendita, dove sarà situato il bancone
-cucina, dove sarà svolta esclusivamente l’attività di frittura, avente la dimensione minima di 10 mq.
-uno spogliatoio per il personale
-la dispensa dove conservare glia alimenti.
Il locale dovrà ovviamente essere allestito in conformità con la vigente normativa. Nel rispetto della legge andranno prima progettati e poi realizzati i vari impianti tra cui quello elettrico, di tiraggio dei fumi, antincendio, uscite di sicurezza, ecc…
Una volta messo a norma il locale dobbiamo preoccuparci di sistemarlo nel miglior modo possibile per la produzione e la distribuzione al pubblico. Quindi sistemiamo il bancone per la distribuzione del prodotto in modo che sia collegato direttamente alla cucina. Infine sistemiamo la cucina tenendo conto delle nostre esigenze lavorative.
Per quanto riguarda il lungo percorso burocratico da seguire dovremo per prima cosa consegnare nel comune dove apriremo il nostro locale, la denuncia d’inizio attività (DIA) che segnala l’inizio dei lavori di sistemazione. Bisognerà inoltre aprire una regolare partita IVA, iscriversi alla camera di commercio e al registro delle imprese. In ogni caso in mancanza di documenti sarete avvisati direttamente dal comune o dalla ASL di appartenenza. Inoltre prima di poter aprire il vostro locale sarete soggetti al controllo dei Vigili del Fuoco per gli impianti e le uscite di emergenza e dell’ASL per verificare il rispetto delle norme sanitarie e della qualità dei prodotti utilizzati.
Il mio consiglio a questo punto, è quello di orientarvi sui prodotti in base alla zona in cui ci troviamo, ad esempio se siamo nell’entroterra è preferibile orientarsi verso alimenti di terra come le cotolette mentre, se siamo in una zona di mare è preferibile orientarsi verso prodotti ittici come frittura di pesce.
Tutta la trafila richiede grossomodo 25-30000 euro di investimento. In alcuni casi è possibile richiedere finanziamenti agli enti pubblici come la Regione o lo Stato anche in funzione dell’età (per esempio è possibile richiedere finanziamenti per imprenditoria giovanile).
A questo punto tutto quello che dobbiamo fare è organizzare una buona pubblicità per mettere in risalto la nostra nuova attività preparando delle locandine da appendere nella città, volantini da distribuire, sito internet e utilizzando anche i social network molto diffusi in questi anni. Infine possiamo procedere all’inaugurazione del nostro locale dove approfitteremo per far assaporare alla gente i nostri prodotti. Non c’è miglior pubblicità del passaparola.