Il principio cardine dell’economia statuisce che il prezzo è il risultato dell’incontro della domanda e dell’offerta. Da questo principio sembrerebbe discendere che i prezzi debbano cambiare al più piccolo variare di una delle due forze di
mercato. In realtà non è così: i prezzi cambiano, ma non al minimo disequilibrio fra domanda e offerta.
La ragione di ciò sta nel fatto che gli imprenditori seguono di norma una regola pratica per fissare i prezzi dei propri
prodotti, detta regola del mark-up. In base a questo metodo di determinazione dei prezzi, essi calcolano in primo luogo
un prezzo desiderato, pari alla somma dei costi medi variabili e di un margine di profitto lordo, giudicato normale.
Gli imprenditori, in altre parole, per la determinazione di questo prezzo prendono in considerazione i costi per unità di
prodotto derivanti dalla remunerazione del lavoro e dall’acquisto delle materie prime, in ipotesi di livelli di produzione
normali, ossia con impiego degli impianti a circa l’80% della loro capacità massima. E a tale costo medio aggiungono
un margine lordo di profitto, che essi considerano normale: la somma di questi due addendi fornisce loro il prezzo a cui
desidererebbero vendere i propri prodotti.
Il margine lordo di profitto in inglese prende nome di mark-up. Risulta essere lordo perché incorpora, oltre al profitto netto vero e
proprio, anche il costo fisso medio per unità prodotta, ossia il costo di quei fattori che comunque l’impresa deve pagare
indipendentemente dal livello della produzione. Fra questi vanno annoverati i costi dovuti al deperimento degli impianti
e dei macchinari e quelli degli uffici amministrativi.
Gli imprenditori fissano così il prezzo desiderato; quello effettivamente praticato dipenderà invece dalle condizioni di
mercato. In particolare, in una situazione fortemente espansiva, i prezzi effettivi tenderanno a essere superiori rispetto a
quelli desiderati, consentendo così il guadagno di extraprofitti, ossia utili netti più elevati del normale; in una fase recessiva, al contrario, i prezzi di mercato saranno più bassi, costringendo gli imprenditori a guadagnare profitti inferiori rispetto a quelli ritenuti normali.
Le fasi del ciclo economico, tuttavia, non costituiscono le uniche fonti di divergenza tra prezzi effettivamente praticati e
prezzi desiderati: altro fattore molto importante sono le barriere all’entrata. Quanto è più difficile per un’impresa esterna
operare in un determinato mercato, tanto maggiore saranno i prezzi effettivamente praticati su quello; e viceversa, quanto più facile è entrarvi, tanto più bassi saranno i prezzi praticati.